21 Giu Centenario della Bauhaus: allestimento mostra didattica
Una mostra didattica
giugno-settembre 2019
a cura di Roberto Cresti, Loris Frenguelli Ermenegildo Pannocchia
Il Bauhaus, fondato dall’architetto Walter Gropius, a Weimar, nel 1919, segna un decisivo punto di riforma dell’estetica e dell’arte contemporanee. I linguaggi delle prime Avanguardie storiche (Espressionismo, Cubismo, Futurismo e Astrattismo) trovano in esso una congiunzione coi problemi sociali posti dalle rivoluzioni industriali del Sette-Ottocento e si dimostrano non l’elaborazione di sofisticate minoranze, bensì una fonte di invenzioni formali capaci di corrispondere alle esigenze della società di massa in specie dopo la prima guerra mondiale.
Per questa ragione il Bauhaus è indissociabile dalla storia tedesca ed europea e da quella dell’intera civiltà occidentale, in cui rappresenta un modello di riforma delle identità culturali che mira a mantenere di esse l’essenziale come una lingua fedele alla vita ma senza più dialetti. Il suo declino fu segnato dalla ascesa al potere del Nazismo, che ne impose la chiusura nel 1933, mentre, negli stessi anni o in anni di poco successivi, altri istituti e gruppi a esso affini ebbero analoga sorte, come avvenne, nella Russia stalinista, al Vchutemas, e, in Italia, agli architetti riuniti, a Milano, intorno alla rivista «Casabella», vittime del Fascismo imperiale e autodistruttivo. Il carattere cosmopolita del Bauhaus era, infatti, in contrasto col nazionalismo populista di dittature che usavano il culto della «tradizione» come fonte di legittimazione del loro potere. Questa mostra didattica vuol essere un invito allo studio della storia e dell’arte del XX secolo e del secolo in corso.